Christopher Kent Mineman - Didattica in rete

DIFFRAZIONE DA UNA FENDITURA

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diffrazione da una fenditura rettangolare (di altezza doppia della base)

In maniera analoga a quanto accade per l'ombra, se abbiamo un fenditura in un uno schermo opaco, la luce che vi incide produce una zona luminosa caratterizzata, sul bordo, da linee chiare e scure dovute alla diffrazione.

L'interpretazione teorica delle figure di diffrazione è piuttosto laboriosa e dipende da molte variabili: forma dell'oggetto opaco o dell'apertura nello schermo, distanza della sorgente, lunghezza d'onda della luce incidente, distanza dello schermo sul quale si osserva la diffrazione ecc.

Nel caso (forse il più semplice) della diffrazione prodotta su uno schermo lontano da un pennello di luce di intensità I0, con raggi paralleli, che incide su una fenditura lunga e sottile di larghezza l, si trova che l'intensità della luce diffratta varia secondo la funzione:

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essendo a un parametro dimensionale che, in prima approssimazione, è proporzionale alla distanza dalla macchia luminosa centrale, misurata sullo schermo in direzione ortogonale alla fenditura, alla larghezza a della fenditura e inversamente proporzionale alla lunghezza d'onda della luce incidente.

In formule:

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Il grafico della funzione sin 2 a / 2, che modula l'intensità, è dato dalla figura seguente:

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Come si vede c'è un massimo centrale ben pronunciato di larghezza a metà altezza di circa cioè y=D(l /a)) seguito da massimi secondari molto meno pronunciati.
Ecco perché spesso, in termini elementari si parla di allargamento del pennello dovuto alla diffrazione da una fenditura e si trascurano i pur ben presenti massimi secondari.